Siena — Ci sono nomi che restano legati a un momento preciso, come se la memoria della città li avesse scolpiti dentro una fotografia. Quella del 2005, in Piazza del Campo, con la Torre che tornava alla vittoria dopo quarant’anni di attesa, porta anche il suo volto: quello di Lorenzo Renzoni, mangino silenzioso e determinato, accanto alla capitana Aurora Misciattelli.
di Valeria Russo
Fu un Palio di emozione pura, di lacrime e abbracci, di quella gioia collettiva che a Siena si misura solo nei secondi in cui un drappellone si alza al cielo.
Lorenzo se n’è andato all’improvviso, a settant’anni, lasciando un vuoto che si è allargato in fretta dal rione di Salicotto fino ai campi da basket del Costone, dove per anni aveva messo lo stesso impegno che riservava alla Contrada. Dirigente sportivo appassionato, presenza costante e generosa, aveva accompagnato la squadra femminile nei suoi anni migliori, con la discrezione e la competenza di chi sa che lo sport è anche una scuola di vita.
Nel mondo gialloverde, il suo nome era sinonimo di affidabilità e calore umano. Chi lo ha conosciuto lo ricorda come uno di quelli che arrivano prima e vanno via per ultimi, sempre con una parola buona e un sorriso un po’ ironico, da vecchio senese abituato più ai fatti che alle parole.
In questi giorni, nei messaggi e nei ricordi che si rincorrono tra social e chiacchiere di bar, ritorna la stessa immagine: Lorenzo che si muove tra i cavalli e le ragazze del basket con la stessa calma naturale, come se tutto facesse parte di un unico modo di stare al mondo.
La Contrada della Torre lo piange con il dolore composto delle grandi famiglie: non solo per ciò che ha fatto, ma per ciò che ha rappresentato. Un legame con la città vissuto con lealtà e misura, la dedizione di chi crede che le vittorie – sul tufo o in palestra – abbiano senso solo se sono condivise.
E allora Siena oggi si ferma un momento, come si fa quando passa qualcuno che ha lasciato un segno vero, non appariscente, ma profondo. Nelle parole non dette, nei gesti che restano. E nel ricordo di quel giorno del 2005, quando il popolo di Salicotto tornò a gridare la sua gioia, e Lorenzo era lì, al centro di quella storia che adesso, inevitabilmente, diventa leggenda.
Last modified: Novembre 1, 2025

