Siena — Ci sono guerre silenziose che si combattono nei corpi e nei laboratori, lontano dai clamori della cronaca. Una di queste ha un nome lungo e poco musicale: antibioticoresistenza.
di Valeria Russo
È la battaglia contro quei batteri che hanno imparato a difendersi meglio di noi, a mutare, a sopravvivere. E che, se non li fermiamo, potrebbero riportarci indietro di un secolo, quando una semplice infezione bastava a spegnere una vita.
Martedì 5 novembre, alle 17.30, la Sala delle Lupe del Palazzo Pubblico di Siena diventerà il teatro di un confronto su questo tema che riguarda tutti, anche chi non indossa un camice. Un incontro pubblico, aperto e gratuito, voluto dal Comune di Siena e dall’assessorato alla sanità per accendere un riflettore su un nemico invisibile ma tenace. Parlare di antibioticoresistenza significa parlare di cultura, di abitudini, di responsabilità condivise. Significa chiedersi quanto spesso, per fretta o distrazione, abbiamo usato una medicina potente come se fosse un cerotto.
Il convegno riunirà voci diverse, dal mondo accademico e sanitario, unite dal desiderio di tradurre la scienza in comprensione quotidiana. Aprirà i lavori Mario Tumbarello, che racconterà la lunga convivenza fra uomo e batteri — una storia di armi e difese, di scoperte e fallimenti. A seguirlo, Tommaso Giani spiegherà perché, alla fine, sono quasi sempre i batteri ad avere la meglio: creature elementari, ma geniali nella loro capacità di adattamento.
Poi ci sarà la prospettiva di chi la battaglia la combatte ogni giorno negli ambulatori: Patrizia Lorena Petrocelli, medico di famiglia, parlerà dell’alleanza fragile e necessaria fra medico e paziente. Un patto che, quando funziona, salva non solo chi è malato ma anche chi verrà dopo. Perché ogni antibiotico usato male non danneggia solo l’individuo, ma l’intera comunità.
Infine, lo sguardo si allargherà al territorio. Alberto Antonelli porterà i dati sull’andamento dell’antibioticoresistenza in Toscana — numeri che raccontano più di mille parole — e Maria Grazia Cusi chiuderà con le strategie di contrasto e di sorveglianza, tra ospedali e territorio, per cercare di anticipare le mosse del nemico.
A moderare sarà Valentina Papandrea, ma il vero obiettivo è un dialogo collettivo: capire che la salute non è mai solo personale, e che la consapevolezza è la prima forma di prevenzione.
Siena, città di scienza e di antiche farmacie, non poteva che accogliere questo dibattito nel cuore del suo palazzo più simbolico. E forse, fra le pietre della Sala delle Lupe, si farà strada una consapevolezza nuova: che la battaglia più importante non è quella che si vince da soli, ma quella che si combatte insieme, un gesto responsabile alla volta.
Last modified: Novembre 5, 2025

