Siena — Ci sono luoghi dove i libri non si comprano, non si vendono e nemmeno si tengono stretti sul comodino. Si lasciano andare, come si fa con gli amici che devono partire.
di Valeria Russo
È quello che succede al Circolo Arci di San Casciano, dove da qualche settimana è comparso uno scaffale pieno di volumi che non appartengono più a nessuno, e proprio per questo appartengono a tutti.
L’idea è semplice e poetica insieme: leggere un libro, amarlo, poi lasciarlo andare perché qualcun altro possa fare lo stesso viaggio. È il bookcrossing, quel gioco di libertà inventato oltreoceano e ora trapiantato nel Chianti da chi crede che la cultura, se resta ferma, invecchia. Nella sala d’ingresso del Circolo, lungo via dei Fossi, i libri non riposano: partono, tornano, cambiano mani e storie.
Lo scaffale, costruito con pazienza e passione, può contenere centocinquanta titoli — romanzi, classici, gialli, persino qualche poesia sgualcita dal tempo — e diventa una piccola frontiera della generosità. Il principio è chiaro: prendi, leggi, restituisci o lascia qualcos’altro. Tutto senza soldi, senza tessere, senza burocrazia. Solo fiducia.
Dietro questa iniziativa c’è la rete del Patto per la Lettura, che unisce Comune e Circolo Arci nel tentativo di riportare i libri fuori dalle biblioteche, dentro la vita quotidiana. Perché leggere, qui, non è un dovere: è un gesto di comunità. E allora i volumi si accumulano, i lettori si incontrano, e la cultura smette di essere una parola astratta per tornare un fatto concreto, fatto di mani che passano libri e sguardi che si incrociano.
A San Casciano, in fondo, la letteratura ha trovato un modo tutto suo per respirare: aprire le braccia e lasciarsi andare, libera, tra la gente.
Last modified: Ottobre 27, 2025

