Scritto da 10:54 pm Siena, Attualità, Top News

Le voci antiche della Tartuca

Siena — Ci sono libri che non si sfogliano, ma si respirano. Il Libro Secondo di Deliberazioni della Contrada della Tartuca, riemerso da più di tre secoli di silenzio e riportato alla luce grazie al paziente lavoro di Giovanni Mazzini e Flores Ticci, è uno di quei testi che sussurrano.

di Valeria Russo

Le pagine non raccontano solo decisioni o verbali: raccontano persone. Il loro modo di pensare, di discutere, di appartenere a un’idea di comunità che, a Siena, non è mai stata semplice né scontata.

Siamo all’inizio del Settecento, nel crepuscolo dei Medici. Mentre Firenze si interroga su repubbliche possibili e governi provvisori, Siena coltiva la sua sopravvivenza civile nelle stanze delle Contrade. Non è un potere politico, ma un potere affettivo: quello di tenere insieme un popolo quando la storia si disfa. Le delibere della Tartuca, scritte con calligrafia minuta e severa, testimoniano una città che, pur marginale nella grande politica, resta viva nel suo tessuto umano.

In quelle righe si sente la voce dei “popolani”, dei nobili, degli “abitatori” — figure che oggi chiameremmo residenti, ma che allora erano già cittadini nel senso più pieno. Non nati nella Contrada, ma accolti dentro di essa, come a dire che l’appartenenza non è mai solo genealogia: è scelta. L’Oratorio emerge come cuore pulsante, luogo in cui la spiritualità si mescola all’amministrazione e la liturgia si fa gesto quotidiano.

Durante la presentazione nel Museo della Contrada, le parole di chi ha curato il volume hanno restituito la sensazione di una familiarità che attraversa i secoli. Leggere quei nomi, quelle decisioni, è come riconoscere volti dentro un vecchio affresco: sbiaditi ma ancora presenti, vicini nella loro umanità. C’è una tenerezza inattesa in questo lavoro di recupero, come se i Tartuchini del 1702 ci salutassero da lontano con la stessa fierezza e la stessa ironia di oggi.

E allora si capisce che la vera eredità non è nel documento, ma nel gesto che l’ha conservato. Trascrivere, interpretare, pubblicare: sono atti di cura, come riparare un tessuto antico. E dentro quel tessuto c’è Siena intera, con le sue voci che non smettono di parlarsi tra una generazione e l’altra.

Il libro della Tartuca non è solo un archivio, è un passaggio di testimone. Un modo per ricordare che le Contrade, in fondo, nascono proprio da questo: dal desiderio di resistere insieme al tempo, con la grazia di chi sa che la storia non finisce mai, si rilegge soltanto.

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Last modified: Ottobre 26, 2025
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