Siena — All’Università di Siena, tra il 27 e il 29 ottobre, l’aria ha un ritmo diverso: si muove più in fretta, come se ogni corridoio portasse verso un domani possibile. È la Career Week, la settimana in cui studenti e laureati mettono alla prova i propri sogni davanti ai tavoli delle aziende, e le aziende provano a riconoscersi in quei sogni.
di Valeria Russo
Tre giorni di colloqui, strette di mano, scambi di curriculum e sguardi che oscillano tra entusiasmo e timore. Più di 2400 iscrizioni, 73 realtà tra enti, imprese e associazioni: una piccola fiera del lavoro che abita il palazzo del Rettorato e la sede di San Miniato, e che quest’anno si allarga fino al campus del Pionta di Arezzo, dove il 29 ottobre prende forma il quindicesimo Career Day dell’Ateneo. Qui le file davanti ai desk si muovono lente, i giovani tengono i fogli stretti come biglietti per un treno che ancora non si vede, ma che qualcuno giura stia per arrivare.
Non è solo una passerella di curriculum, la Career Week. È una specie di specchio collettivo in cui l’università si guarda e si chiede se sta davvero preparando persone capaci di affrontare il mondo, e non solo di entrarci. Lo sanno bene quelli che l’hanno organizzata: il Placement Office e tutto il gruppo che, da anni, lavora per far dialogare l’accademia con le imprese.
Siena è una città abituata ai riti, ma questo ne ha inventato uno nuovo: quello del futuro che si presenta con un badge al collo. Si parla di digitale, di sostenibilità, di soft skills, ma in realtà si parla di vita, e di come si sopravvive al salto tra studio e lavoro. Lunedì 27 si è aperto con un webinar dedicato all’intelligenza artificiale — “Potenzia la tua carriera con ChatGPT” — seguito, nel pomeriggio, dall’incontro con gli ex studenti dell’Ateneo sul tema del benessere mentale e delle competenze trasversali. Il cortile del Rettorato, la sera, ha ospitato l’aperitivo di rito: un modo per ricordare che anche la leggerezza, a volte, è una forma di formazione.
Il giorno dopo, il 28, si è parlato di sostenibilità. Al Rettorato e a San Miniato, i desk del “Sustainability Career Day” hanno accolto studenti curiosi di capire come un lavoro possa avere un senso, oltre che una busta paga. Nello stesso giorno, il professor Simone Bastianoni ha presentato il Bilancio di Sostenibilità 2024 dell’Ateneo: un documento che sembra più una lettera al futuro che un elenco di numeri. Racconta una ricerca che non consuma, una didattica che prova a riparare il mondo e una generazione di laureati che, proprio nei corsi legati alla sostenibilità, trova lavoro prima degli altri.
Mercoledì 29, il gran finale. Al Rettorato e al Pionta, le voci si intrecciano in un brusio continuo. I fogli cambiano mani, le aziende prendono appunti, gli studenti respirano forte prima di sedersi. È un teatro di ambizioni, timidezze e scoperte, e forse la miglior risposta alla domanda che ogni università si fa in silenzio: a cosa serve davvero tutto questo?
A Siena, questa settimana di fine ottobre prova a dirlo senza troppi discorsi: serve a costruire ponti, a tenere viva la fiducia che ogni percorso di studio, per quanto teorico o fragile, può trovare la sua strada. Serve a ricordare che il futuro non arriva da solo: bisogna presentarsi, stringergli la mano e dirgli il proprio nome.
Last modified: Ottobre 29, 2025

