Siena — A Siena, il 29 ottobre non è stato un giorno come gli altri: è stato il giorno dei conti. Non quelli delle vittorie o delle cene, ma quelli delle carte, dei video rivisti più volte, dei gesti analizzati fotogramma per fotogramma.
di Valeria Russo
Nel Palazzo comunale, dove la giustizia paliesca pesa ogni movimento come fosse un colpo di tamburo fuori tempo, l’assessore delegato Giuseppe Giordano ha firmato una serie di ordinanze che mettono ordine, o almeno ci provano, tra le condotte del luglio e dell’agosto scorsi.
Si parla dei due Palii del 2025 — quello di Provenzano, slittato al 3 luglio per pioggia, e quello dell’Assunta, corso sotto il sole d’agosto. Entrambi ora tornano a vivere su carta, nelle proposte di sanzione e nelle memorie difensive dei protagonisti, come un film che cerca di capire dove sia iniziata la stonatura.
Per la carriera di luglio, il fantino Carlo Sanna, detto Brigante, si è visto imputare una partenza troppo vivace: spostamenti verso il basso, schiacciamenti tra i canapi, un Mossiere costretto all’avvertimento. L’assessore, dopo aver guardato e riguardato i filmati, ha deciso per la diffida — riconoscendo che si trattò più di una disattenzione che di una malizia. “Solo colpa”, direbbe un avvocato; “troppa foga”, direbbe chi ha vissuto almeno una mossa dal tufo.
La Tartuca, invece, è uscita illesa. La sua memoria difensiva — redatta con il tono misurato di chi conosce le pieghe del regolamento come un rosario — ha convinto che non ci fosse ordine, né volontà, dietro al comportamento del proprio fantino. L’assessore ha archiviato, prendendo atto che quella fu una mossa difficile per tutti e che il Mossiere, se avesse sentito odore di dolo, avrebbe fermato tutto.
Anche Giosuè Carboni, detto Carburo, è stato assolto dal piccolo tribunale del Palio. Le sue giustificazioni — rivolte più alla tutela del cavallo che alla gloria della corsa — hanno pesato abbastanza da far scivolare la contestazione nel cassetto dell’archiviazione. In fondo, nessun rischio concreto, nessun danno.
Diverso, invece, il capitolo dell’Assunta. Qui l’occhio dell’assessore è caduto sulla partenza del Drago, dove il fantino Andrea Coghe, detto Tempesta, si è trovato un posto più avanti del dovuto. Un passo, un respiro, ma sufficiente a spostare il Bruco indietro di una posizione. Nelle geometrie ferree dei canapi, un gesto così basta a far scricchiolare la parità. Risultato: una censura alla Contrada del Drago e un’ammonizione personale a Tempesta. Non una condanna, ma un avviso a stare più fermi, la prossima volta, quando il canape si abbassa.
Ora la palla — anzi, la mossa — passa alla Giunta comunale, che nei prossimi giorni dovrà leggere, ascoltare, deliberare. L’assessore si farà da parte, come impone il regolamento, e toccherà agli altri decidere se quelle sanzioni diventeranno definitive o se le carte torneranno ancora una volta sul tavolo.
Così funziona la giustizia paliesca: un equilibrio sottile fra passione e burocrazia, fra l’urgenza di dare un segnale e il rispetto di un rito che non perdona leggerezze. Ogni estate Siena corre due volte, ma continua a giudicare per tutto l’anno.
Last modified: Ottobre 29, 2025

