Siena — Certe storie cominciano in sordina, con un messaggio sul telefono e un’idea semplice come una passeggiata tra amiche. Così è nata la Pink Parade di Monteroni d’Arbia, in un anno in cui la città sembrava trattenere il respiro.
di Valeria Russo
Era il 2021, il tempo sospeso del Covid, quando persino il Palio era diventato un ricordo e la parola “insieme” faceva paura. Da quei primi 350 passi condivisi ne sono arrivati mille, poi tremila, e quest’anno – se il cielo concede tregua – forse anche di più.
L’energia contagiosa di Laura Ceccarelli ha trasformato un gesto di leggerezza in una piccola rivoluzione gentile. All’inizio era un modo per ritrovarsi, per respirare di nuovo aria umana, ma col tempo la camminata è diventata qualcosa di diverso: una dichiarazione di principio. La leggerezza si è fatta impegno, il sorriso si è fatto consapevolezza. Perché, alla fine, l’idea più semplice è anche la più difficile: volersi bene.
Laura lo sa meglio di chiunque. La sua storia, passata attraverso la malattia e la cura, si è trasformata in un messaggio tenace: prevenire prima che curare. È la differenza tra la paura e la speranza, tra chi si arrende e chi sceglie di continuare a camminare. “La ricerca mi ha salvato”, dice lei nei suoi incontri, ma senza bisogno di proclami: basta guardarla, mentre organizza, chiama, corre, si commuove, ride. La sua forza è tutta lì, nei gesti quotidiani che fanno comunità.
E intorno a lei, Monteroni si è stretta come una famiglia allargata: contrade, associazioni, gruppi sportivi, famiglie intere che ogni anno rispondono all’appello con scarpe comode e magliette rosa. Arrivano da Siena, da Arezzo, persino da Rimini o Vicenza. C’è chi spinge un passeggino, chi porta il cane, chi non ha più fiato ma non molla. È il genere di entusiasmo che non si compra e non si comanda: nasce dal basso, si nutre di fiducia e di affetto.
Dietro, come sempre, c’è un esercito invisibile di donne e uomini che lavorano in silenzio: chi gonfia palloncini, chi prepara i ristori, chi sistema gli striscioni o fa ordine tra la folla. Rosella Cannucciari, la compagna di avventura di Laura, e poi le amiche, i volontari, le Bandidas che apriranno la marcia come tamburi di festa. Tutti insieme, senza ruoli e senza vanità.
E se anche dovesse piovere, poco male: la pioggia non spegne il rosa, lo rende solo più vivo. Ogni passo sarà per chi c’è e per chi non può esserci più, per chi combatte e per chi ha già vinto. A metà del percorso ci sarà, dicono, una sorpresa destinata a restare nel tempo. Un segno, forse, che ricordi a tutti come la speranza – se la tieni allenata – sa camminare anche da sola.
Last modified: Ottobre 25, 2025

