Siena — A Colle di Val d’Elsa, per un giorno, la città si guarda con occhi nuovi. Occhi giovani, curiosi, pieni di possibilità. Sabato 25 ottobre andrà in scena il ColleX Festival, un appuntamento che non somiglia a una festa di piazza né a un convegno, ma a una scintilla: quella che scocca quando le idee dei ragazzi incontrano lo spazio urbano e lo trasformano in un laboratorio vivente.
di Valeria Russo
Il festival chiude un percorso lungo mesi, nato dentro il progetto ColleX, sostenuto dal Fondo Sociale Europeo e dal programma Giovanisì della Regione Toscana. Dietro le sigle e i bandi, c’è una storia semplice: un gruppo di adolescenti tra i 12 e i 18 anni che ha imparato a immaginare il proprio paese come un luogo da reinventare, non da subire. Nessuna lezione frontale, nessun compito in classe: solo strade, piazze e idee messe sul tavolo come pezzi di un puzzle da ricomporre insieme.
Con architetti, educatori e artisti al loro fianco, i ragazzi hanno esplorato la città a piedi, annotando ciò che funziona e ciò che andrebbe cambiato. Hanno raccontato i luoghi con parole, disegni, fotografie, costruendo un atlante emotivo di Colle di Val d’Elsa: panchine che diventano punti d’incontro, muri che chiedono colore, piazze che si allargano nei sogni. Poi, da quelle suggestioni, hanno cominciato a progettare: piccoli interventi di rigenerazione urbana pensati per restituire senso a spazi dimenticati, e per dire — con la leggerezza della loro età — che anche una città può crescere, se la si ascolta davvero.
Il ColleX Festival è il culmine di questa esperienza collettiva. Non un traguardo, ma una tappa di un cammino che prosegue. La giornata inizierà a LaGorà, con un laboratorio editoriale curato da TAB e dallo street artist Skino: qui i ragazzi trasformeranno la parola “mappa” in verbo, disegnando percorsi e narrazioni. Nel pomeriggio, in Piazza Sant’Agostino, prenderà forma Shape: un esperimento di autocostruzione e street art ideato da Superterrestre insieme a James Vega, dove l’arte diventa mestiere e il mestiere gioco. E alla fine, nell’Oratorio di Sant’Agostino, arriverà Play: un torneo di biliardino aperto a tutti, per ricordare che la socialità comincia dalle mani che girano le aste e dalle risate che si intrecciano.
In fondo, l’idea è questa: restituire ai ragazzi il diritto di immaginare la città, non solo di abitarla. Perché progettare non significa soltanto disegnare spazi, ma imparare a condividere, a discutere, a costruire insieme.
Colle di Val d’Elsa, con il suo cuore di pietra e la sua storia di artigiani, torna così a essere un luogo di invenzione. Non un museo del passato, ma un’officina del futuro. E i protagonisti, questa volta, sono loro: i giovani che non aspettano che qualcuno decida per loro, ma si sporcano le mani per dare forma a ciò che verrà.
Last modified: Ottobre 24, 2025

