Siena — Nel Drago si respira un’aria sospesa, di quelle che precedono le decisioni attese ma già scritte. Jacopo Gotti, il capitano, lo sa bene: la proposta di censura arrivata dopo il Palio di agosto è la conclusione prevedibile di un’annata che, per la Contrada, non ha portato fortuna.
di Valeria Russo
Ma più che la sanzione in sé, è il principio a pesare: la sensazione che la giustizia paliesca cammini su una corda sottile, tesa tra la tradizione e la necessità di ripensarsi.
L’accusa è di quelle che fanno rumore solo a chi conosce la grammatica segreta del Campo: un cambio di posto al canape, un movimento del fantino giudicato capace di alterare la regolarità della corsa. Un gesto, dicono, che rientra nella categoria del dolo. Ma il capitano non ci sta: dietro a un movimento, a volte, non c’è strategia, c’è istinto; non c’è malizia, ma la volontà di evitare un rischio, per sé e per gli altri.
Nel mondo del Palio, dove ogni centimetro vale quanto un destino, anche una frazione di secondo può diventare colpa. Eppure, Gotti invita a fermarsi un momento: a chiedersi se la regola serva a tutelare o a punire, se il Palio debba essere giudicato con il metro della burocrazia o con quello della passione.
“L’anno zero”, come lo chiama lui, dovrebbe cominciare da qui: da un confronto vero su ciò che significa responsabilità, dentro una festa che vive di gesti, non di commi. Perché se un fantino cambia posto per proteggere il cavallo o per evitare una collisione, dov’è la colpa? E se la decisione di uno ricade su un’intera Contrada, dov’è la giustizia?
Forse il punto non è tanto la censura, ma il modo in cui la si decide: se a tavolino, tra verbali e interpretazioni, o sul tufo, dove la logica lascia il posto all’imprevedibile. Gotti, da capitano, non chiede indulgenza, ma lucidità.
Nel Palio, come nella vita, gli errori contano. Ma contano anche le intenzioni, e il coraggio di riconoscere che non tutto può essere racchiuso in un regolamento. A volte, il canape si abbassa e in quell’attimo succede il mondo intero: cavalli che scalpitano, uomini che trattengono il fiato, e una città che, da secoli, continua a imparare la difficile arte di giudicare senza smettere di capire.
Last modified: Ottobre 31, 2025

