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Riempire i vuoti, a Poggibonsi

Siena (lunedì, 20 ottobre 2025) — Ci sono luoghi che sembrano dormire, vetrine chiuse da anni, spazi in attesa. Ma a Poggibonsi qualcuno ha deciso di risvegliarli. Riempire i Vuoti è il nome del progetto, ma anche un modo di dire: perché dietro ogni porta chiusa c’è sempre una storia che può tornare a vivere, se la si ascolta.

di Valeria Russo

In via Grandi 7, un fondo sfitto è diventato per qualche settimana un piccolo cuore pulsante. Lì si incontrano foto d’epoca, oggetti dimenticati, ricordi condivisi dai cittadini. È un atelier di comunità, un laboratorio di memoria collettiva. Chi passa può curiosare tra vecchi scatti, partecipare a un laboratorio di uncinetto, portare i figli a un pomeriggio di animazione, o semplicemente fermarsi a parlare. Non serve un biglietto, basta la voglia di esserci.

Il Comune, insieme a Sociolab e alle associazioni locali, ha raccolto decine di proposte e idee, trasformandole in gesti concreti. Nei locali si alternano iniziative diverse: i laboratori per bambini curati da Culture Attive, gli incontri con il Centro Antiviolenza Donne Insieme Valdelsa, i martedì creativi con ferri e gomitoli che uniscono generazioni diverse in un unico filo. E nel fine settimana, la mostra che racconta la città attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta.

Nel frattempo, fuori dalle mura dell’atelier, l’arte comincia a scendere in strada. Nei giorni scorsi, l’artista RAME ha iniziato a dipingere un murale in vicolo Ciaspini: un omaggio alle impagliatrici, alle mani pazienti che intrecciavano giunchi e storie. Un altro murale nascerà in vicolo del Mercato, e intanto si preparano i totem narrativi che guideranno un futuro percorso urbano dedicato alla storia di Poggibonsi. Ci sarà anche un pranzo di quartiere, perché la rigenerazione, qui, passa anche dalla tavola.

Riempire i Vuoti è più di un progetto culturale: è un modo per restituire senso al centro storico, per ricordare che la bellezza non sta solo nelle facciate, ma nelle relazioni che le abitano. È cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Toscana, ma quello che lo fa funzionare davvero è la partecipazione di chi ci crede: commercianti, associazioni, cittadini, volontari.

Ogni contributo, piccolo o grande, diventa un tassello di un mosaico che cresce. E quei locali, un tempo muti, adesso parlano. Parlano di incontri, di solidarietà, di creatività. Parlano di una città che non si rassegna al vuoto, ma lo riempie con la cosa più semplice e difficile del mondo: la presenza delle persone.

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Last modified: Ottobre 20, 2025
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