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Commissione parlamentare sul caso David Rossi, tra teorie strampalate e vuoto investigativo

Siena (giovedì, 22 maggio 2025) – Nella seconda commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, ex capo della comunicazione di Mps deceduto nel marzo 2013, si è consumata nell’ultima settimana una delle pagine più surreali del dibattito istituzionale. Due le audizioni che hanno destato scalpore, tra affermazioni bizzarre, teorie non verificabili e dichiarazioni al limite del grottesco, sollevando dubbi sulla serietà del percorso intrapreso.

di Roberto Meloni

La prima protagonista a comparire davanti alla commissione è stata Giovanna Ricci, figura nota alle cronache senesi e giudiziarie, ex agente della Polizia Municipale e autoproclamata esperta del caso Rossi. Ricci ha portato in aula un miscuglio di riferimenti al traffico d’armi, servizi segreti, Sacra Corona Unita e presunti complotti politici. Ha promesso rivelazioni eclatanti nella parte secretata dell’audizione, sostenendo di voler fare nomi e cognomi dei responsabili della morte di Rossi.

Nel suo intervento ha parlato di persecuzioni da parte della magistratura, dimenticando però di citare le numerose condanne a suo carico e l’allontanamento dal posto di lavoro per oltre due anni consecutivi di assenza ingiustificata. Una narrazione che ha sollevato più di un sopracciglio tra i membri della commissione.

A seguire è stato ascoltato Maurizio Montigiani, contabile ed ex politico locale, che Ricci aveva definito suo mentore. Montigiani ha cercato di costruire un profilo da esperto di finanza, medicina legale e intelligence, ma la sua testimonianza si è rivelata, come notato dagli stessi parlamentari, priva di qualsiasi elemento concreto o novità utile ai fini dell’inchiesta.

Tra le dichiarazioni più discusse, la teoria su una sponsorizzazione sportiva della squadra di rugby di Viadana e un presunto “certificato dormiente”, già smentita da accertamenti della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato e perfino da perizie interne alla Tim. Lo stesso Montigiani ha ammesso che per anni aveva creduto all’ipotesi del suicidio, cambiando idea solo dopo aver visto alcuni filmati.

Entrambe le audizioni, secondo molti osservatori, hanno rappresentato un vuoto investigativo che rischia di ridicolizzare un caso drammatico, già esaminato in tre gradi di giudizio senza che sia emerso nulla di penalmente rilevante rispetto all’ipotesi di omicidio.

La sensazione, tra i membri più critici della commissione, è che queste sedute abbiano poco a che vedere con la ricerca della verità e molto invece con interessi personali, visibilità mediatica o compensi istituzionali. E il rischio è che, di questo passo, la lista delle “audizioni folli” continui a crescere, trasformando uno strumento d’indagine parlamentare in un teatrino politico-mediatico.

Nel frattempo, il ricordo di David Rossi, la sua famiglia e la città di Siena continuano a meritare un approfondimento serio, basato sui fatti e sulle evidenze, non su ipotesi fantasiose o affermazioni prive di fondamento.

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Last modified: Maggio 22, 2025
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