Siena (giovedì, 23 ottobre 2025) — Nel cuore di Siena, dove i vicoli si stringono come vene e ogni pietra sembra raccontare un segreto, qualcosa si muove. Non è un nuovo cantiere né una promessa elettorale: è un piccolo motore economico che riparte.
di Valeria Russo
Un milione di euro, messo in circolo come un impulso vitale, destinato alle nuove imprese che sceglieranno di nascere, o rinascere, dentro le mura antiche.
La Finanziaria Senese, la Fi.Se.S., e il Comune hanno stretto un patto che sa di fiducia reciproca: dare ossigeno a chi ha il coraggio di investire proprio dove il tempo sembra andare più piano. Il progetto non è una pioggia di denaro senza direzione, ma un fondo ben preciso, attivo fino al 2026, pensato per sostenere chi vuole aprire un’attività o una nuova sede nel centro storico.
L’accordo prevede che il Comune contribuisca direttamente, coprendo parte degli interessi sui finanziamenti concessi. È un modo per dire: se vuoi provarci, non sarai solo. L’amministrazione abbassa il peso degli oneri, la Finanziaria apre la strada del credito, e chi intraprende può respirare almeno nei primi passi, che sono sempre i più difficili.
Il tasso sarà fisso, stabile come una promessa mantenuta, con un aiuto comunale che riduce quasi a zero il costo degli interessi. Si potrà chiedere fino a centomila euro per ogni impresa, una cifra sufficiente a far partire un laboratorio, un negozio, una bottega di artigianato, una libreria o una caffetteria. La durata massima del prestito è di sette anni, più un piccolo margine di respiro, sei mesi, prima di cominciare a restituire.
Non si finanziano solo idee astratte o start-up dai nomi inglesi. Qui si parla di ristrutturare muri, cambiare insegne, rimettere a nuovo le vetrine, comprare attrezzature o macchinari, mettere in sicurezza gli impianti, aggiornare il software o installare un sistema di riscaldamento che consumi meno. In sostanza, si finanzia il lavoro concreto, quello che si tocca con mano e lascia una traccia nella città.
Dietro questa iniziativa c’è anche una filosofia più ampia: riportare la vita dentro il centro storico, dove le saracinesche chiuse pesano come porte serrate di una memoria. Siena ha bisogno di restare viva, non solo nei giorni del Palio o dei turisti, ma nella quotidianità dei suoi cittadini. Una città vive quando si accende al mattino, quando qualcuno alza la serranda, spazza il marciapiede, accende la luce e mette il pane in vetrina.
Con questo fondo, la Fi.Se.S. si conferma un’istituzione che prova a unire la logica del credito con l’etica della comunità. Non una banca nel senso freddo del termine, ma un attore che guarda alla città come a un organismo da curare, e non da sfruttare. Siena, dal canto suo, risponde con un gesto concreto, investendo parte delle proprie risorse per far tornare vita e lavoro dove si rischiava il vuoto.
Chi vorrà partecipare potrà presentare domanda direttamente alla Fi.Se.S., anche online, perché ormai anche la burocrazia, se vuole sopravvivere, deve imparare a camminare leggera. C’è un indirizzo e-mail, un numero di telefono, un sito con la documentazione necessaria. Ma, al di là dei moduli, c’è soprattutto un messaggio: questa città non vuole arrendersi alla rassegnazione del centro svuotato.
Un milione di euro non è molto, ma può essere una miccia. Se anche solo una parte di quelle nuove imprese riuscirà a mettere radici, aprire bottega, riempire di voce e di profumo i vicoli del centro, allora il progetto sarà già un successo. Perché la cultura, a Siena, passa anche da un’insegna restaurata, da una bottega che riapre, da un artigiano che decide di restare.
A volte basta un piccolo gesto amministrativo per far ripartire la vita. Un prestito, un’idea, un caffè che torna a riempirsi di gente. Tutto comincia così: con qualcuno che crede ancora che il centro non sia un museo, ma un luogo da abitare.
Last modified: Ottobre 23, 2025

