Siena (venerdì, 17 ottobre 2025) — A Siena, quando si parla di sanità, la parola “sperimentazione” suona sempre un po’ come una promessa mancata.
di Valeria Russo
Stavolta riguarda il teleconsulto pediatrico, quel servizio che dovrebbe permettere ai genitori di ricevere un parere medico a distanza, senza file, senza spostamenti, senza ansie aggiuntive. Una piccola rivoluzione, se non fosse che la rivoluzione, per ora, si ferma fuori dalle mura.
La Regione Toscana, con una delibera approvata a fine settembre, ha deciso di limitare la sperimentazione alla sola Asl Toscana Centro. Tutto il resto, compresa la provincia di Siena, è rimasto fuori. Una scelta che ha il sapore amaro di un’esclusione ingiustificata, e che ha fatto alzare più di un sopracciglio tra chi, da anni, lavora per migliorare la continuità dell’assistenza pediatrica.
L’assessore alla sanità del Comune, Giuseppe Giordano, ha dato voce a quella sorpresa indignata che serpeggia tra i cittadini e le associazioni: non è solo una questione di principio, ma di geografia. Le aree interne, i piccoli paesi, i territori lontani dai grandi centri urbani sono quelli che avrebbero più bisogno di un supporto a distanza, e invece sono i primi a essere tagliati fuori. Una sanità di prossimità che si ferma al confine, lasciando scoperte le zone dove la distanza pesa di più.
Il teleconsulto pediatrico non è una fantasia tecnologica, ma uno strumento concreto per alleggerire i pronto soccorso, ridurre i rischi di contagio e permettere ai genitori di ricevere indicazioni rapide nei casi meno gravi. È anche un modo per ridare tempo ai medici e serenità alle famiglie, due risorse che sembrano sempre più scarse.
La decisione regionale, però, divide la Toscana in due: da una parte chi potrà contare su questo nuovo servizio, dall’altra chi dovrà continuare a farne a meno. Territori di serie A e territori di serie B, come se la salute avesse confini amministrativi.
Giordano ha chiesto che la Giunta riveda la scelta, invitando il presidente Giani a riconsiderare i criteri. Se la motivazione fosse economica, dice, che lo si dica apertamente: la trasparenza è meglio del silenzio. Perché l’equità, in sanità, non si misura solo con i bilanci, ma con la fiducia. E quella, una volta persa, non si ricostruisce con un decreto.
Last modified: Ottobre 17, 2025

