Siena (giovedì, 16 ottobre 2025) — A Suvignano, tra le colline che sanno di giustizia riconquistata, si parlerà di verità e menzogna. Non quelle antiche, ma quelle nuove, digitali, che scorrono ogni giorno sotto i polpastrelli di chi sfiora uno schermo e crede di sapere.
di Valeria Russo
Il 17 e 18 ottobre tornano i Suvignano Days, seconda edizione di una due giorni che ha scelto di guardare dritto in faccia la modernità più sfuggente: quella della rete, delle intelligenze artificiali, delle notizie inventate con l’aria di essere vere.
È un raduno di persone diverse, un intreccio di sigle e impegni — SPI CGIL, Libera, ARCI Toscana, i Comuni di Monteroni d’Arbia, Murlo e Buonconvento — ma con un’idea comune: capire come si difende la verità quando tutto, intorno, la imita. Il titolo, “Una rete per la legalità nella rete”, ha il tono di una sfida lanciata al nostro tempo.
Si parte alla Tenuta di Suvignano, simbolo di un riscatto: un bene sottratto alla criminalità, restituito alla collettività, oggi diventato laboratorio di idee e memoria civile. Nel pomeriggio del 17, studiosi e tecnologi proveranno a raccontare come l’intelligenza artificiale abbia cambiato il modo di informarsi e di manipolare. Tra i relatori, esperti di piattaforme, giornalisti, comunicatori. Si parlerà di fake news, di algoritmi che decidono cosa leggiamo e di come la disinformazione sia diventata una nuova forma di potere.
Il giorno dopo, il confronto si sposta al Teatro dei Risorti di Buonconvento. In platea, insieme ai pensionati, ci saranno gli studenti delle scuole medie: un passaggio di testimone generazionale che vale più di mille convegni. Sul palco si discuterà di lavoro fragile, di sfruttamento, di nuove schiavitù. Perché il digitale non è solo un luogo dove si mente: è anche un posto dove si lavora troppo, si guadagna poco, e spesso si sparisce dietro uno schermo. A coordinare il dibattito, giuristi, ricercatori e magistrati, chiamati a misurare la distanza tra progresso e dignità.
In mezzo, le parole del sindacato dei pensionati che, invece di difendere solo il passato, sceglie di occuparsi del futuro. È un paradosso virtuoso: chi ha vissuto la società analogica ora prova a mettere in guardia i nativi digitali. Gli anziani, che un tempo cadevano nelle truffe al telefono, oggi rischiano di cascarci nei link. La solitudine si è spostata sul web, e chi non la riconosce rischia di amplificarla.
Suvignano, con la sua quiete contadina e le sue ferite risanate, è il posto giusto per parlarne. La velocità con cui cambiano i mezzi di comunicazione non lascia spazio alla lentezza del giudizio, e allora ci si riunisce per rimettere insieme i pezzi. Per dire che la legalità non è un archivio, ma un verbo: richiede manutenzione, attenzione, domande continue.
La due giorni si chiuderà a Buonconvento, con un buffet nel Museo della Mezzadria: un modo per ricordare che il lavoro, anche quello più umile, è sempre stato il primo terreno della giustizia. E che se oggi le catene non si vedono, non significa che siano sparite: spesso si nascondono dietro un profilo, un algoritmo, una promessa di efficienza.
Tra i brindisi e i saluti, resterà l’eco delle domande più semplici e più difficili: come si riconosce il vero nel tempo del verosimile? E come si difende la libertà, quando le bugie imparano a parlare con la voce dell’uomo?
Last modified: Ottobre 16, 2025

