Siena (domenica, 12 ottobre 2025) — A Siena, in un ottobre limpido e operoso, la Fondazione Musei Senesi ha rimesso al centro la sua ragione d’essere: fare rete, pensare insieme, unire la tradizione alla visione.
di Valeria Russo
Due giorni di incontri, il 10 e l’11, che non sono soltanto un bilancio di quanto fatto, ma un esercizio collettivo di immaginazione: perché la cultura, quando non è movimento, muore di noia e polvere.
Nel cuore della città, nella sede dei Conservatori Riuniti, la riunione del Comitato Scientifico di FMS ha assunto un significato che va oltre la semplice pianificazione. È stato il segno di un percorso che si allarga, accogliendo nuovi compagni di viaggio. L’ingresso ufficiale dei Conservatori Riuniti nella rete dei Musei Senesi non è solo un atto amministrativo, ma una dichiarazione d’amore per il patrimonio comune. È come se una nuova voce si fosse aggiunta al coro della memoria cittadina, portando con sé una storia lunga cinque secoli, fatta di educazione, assistenza e bellezza.
Quell’antico complesso di via del Refugio, che un tempo accoglieva le giovani abbandonate e custodiva opere d’arte e di devozione, oggi torna a vivere in un modo diverso: non più come rifugio dal mondo, ma come luogo di apertura verso di esso. Le sue stanze, i suoi affreschi, le sue tele raccontano una Siena che ha sempre saputo intrecciare la pietà e la conoscenza, la fede e la cultura.
La Fondazione Musei Senesi, nata per tenere insieme le molte anime di un territorio che vive d’arte quasi per istinto, ha fatto di questa rete una comunità viva. Ci sono direttori e direttrici, restauratori, ricercatori, giovani professionisti, ciascuno con il proprio accento e la propria passione. Ci sono i musei civici e quelli ecclesiastici, le raccolte etnografiche e i laboratori scientifici. Tutti uniti dall’idea che il museo non sia un mausoleo del passato, ma un luogo dove il presente si riconosce.
Il Comitato Scientifico – composto da studiosi e curatori di fama internazionale – è il motore silenzioso di questo processo. In questi giorni, insieme allo staff di FMS, ha lavorato su nuove linee guida: la digitalizzazione del patrimonio, la partecipazione dei cittadini, la formazione dei giovani, l’apertura dei musei ai linguaggi contemporanei. Temi concreti, ma anche visioni lungimiranti.
Sabato 11, la delegazione si è spostata a Colle di Val d’Elsa, dove le sale dei musei civici si preparano a diventare uno dei poli della candidatura “Colle Capitale della Cultura 2028”. È lì che la riflessione si è fatta pratica: come collegare la rete museale senese al futuro di un’intera regione, come trasformare la bellezza in sviluppo, la memoria in progetto.
In tutto questo c’è un’idea che attraversa le parole e i gesti: la cultura non è un lusso, ma un bene comune che chiede cura, dialogo, continuità. Siena lo sa da secoli, e con questa riunione lo ha ricordato ancora una volta. I musei, come gli alberi di una stessa foresta, non crescono isolati: hanno bisogno di vicinanza, di terreno fertile, di luce condivisa. Ed è esattamente questo che la Fondazione Musei Senesi sta provando a costruire — un ecosistema in cui la storia continui a respirare.
Last modified: Ottobre 12, 2025

