Scritto da 7:43 am Siena, Cronaca, Top News

Santa Maria della Scala, 18mila metri quadri chiusi: “Uno scandalo patrimoniale da sanare”

Siena (mercoledì, 21 maggio 2025) — Diciottomila metri quadri chiusi, inutilizzati, sottratti al patrimonio pubblico e alla fruizione culturale. È questa la grande ferita ancora aperta nel cuore del Santa Maria della Scala, uno dei complessi museali più importanti d’Italia. A denunciarlo, con parole nette, è Cristiano Leone, presidente della Fondazione che guida l’ex ospedale senese, oggi sede di mostre e centro culturale di rilievo internazionale.

di Roberto Meloni

“Non è solo auspicabile che questi spazi vengano restituiti alla città — afferma Leone — è un dovere morale nei confronti dei senesi. Il Santa Maria della Scala ha un valore identitario per tutta la comunità. Lasciare inutilizzati diciottomila metri quadri significa privare cittadini, studenti e turisti di una parte fondamentale della sua storia e della sua funzione. È, a tutti gli effetti, uno scandalo patrimoniale”.

Il complesso monumentale, situato di fronte al Duomo e articolato su sette livelli, è stato nel tempo oggetto di importanti lavori di recupero e valorizzazione. Ma una parte significativa della sua superficie — oltre un terzo — resta inaccessibile. Locali mai aperti al pubblico o progressivamente dismessi che attendono da anni un progetto di rifunzionalizzazione.

“Il nostro obiettivo — spiega Leone — è proprio quello di ripensare questi spazi come luoghi vivi, con funzioni culturali, sociali e persino produttive. Stiamo lavorando per costruire un progetto condiviso, capace di coniugare tutela, sostenibilità economica e utilità pubblica. Ma serve il sostegno di tutte le istituzioni”.

A condividere l’urgenza è anche l’architetto Luca Molinari, tra gli esperti più attenti al tema della museografia contemporanea. “Il Santa Maria della Scala è un organismo vivo — osserva — costruito per stratificazioni nel corso dei secoli. Recuperare quei metri quadri significa restituire l’identità completa di un monumento unico. L’esperienza museale deve essere totalizzante: non si tratta solo di vedere opere d’arte, ma di attraversare un luogo che racconta una storia”.

Il dibattito si riaccende dunque su un nodo mai del tutto risolto: quello dell’uso pieno e consapevole del patrimonio pubblico. Le parole dei vertici della Fondazione suonano come un appello non solo al Comune di Siena, proprietario dell’immobile, ma anche alla Regione, al Ministero della Cultura e ai potenziali partner privati.

“Il nostro progetto — conclude Leone — non può limitarsi alla conservazione. Il Santa Maria della Scala deve diventare un centro propulsivo per tutta la città, capace di attrarre nuove energie e nuove competenze. Non si può restare immobili di fronte a uno spreco del genere. Siena merita di più, e noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Una sfida ambiziosa, che chiama in causa la visione futura della città e il suo rapporto con la cultura. Ma anche un banco di prova concreto per la politica locale, chiamata a scegliere se intervenire o lasciare che l’“invisibile” continui a restare tale.

Condividi la notizia:
Last modified: Maggio 21, 2025
Close