Siena (giovedì, 24 luglio 2025) — A Montepulciano, nel chiostro della Fortezza, la sera del 24 luglio si fa spazio a un concerto che somiglia a una veglia. C’è la voce, ma non è solo canto. Ci sono i fiati, ma non cercano l’armonia, piuttosto la memoria.
di Valeria Russo
È un progetto musicale che si muove come un sogno e parla in molte lingue: italiano, inglese, arabo, francese, greco, ebraico, tedesco, rumeno, russo, ucraino. Non come bandiere, ma come suoni ereditati, rimescolati, resi materia viva.
Delilah Gutman e Alda Dalle Lucche portano in scena un lavoro inedito, che non assomiglia a niente di già sentito. Il titolo parla di lune e di voce, ma quello che accade è più simile a uno spostamento lento, come quando qualcosa cambia forma senza fare rumore. Una soglia sonora da varcare, più che un concerto da ascoltare.. C’è il racconto, c’è l’elettronica, c’è il sax che abita lo spazio come un animale notturno. Ci sono nenie, parole sparse, alfabeti che si toccano e si scompongono, come se il linguaggio non fosse mai stato fatto per separare.
Nel frattempo, a Palazzone, un’altra costola del Cantiere lavora sul repertorio da camera: ensemble giovani, strumenti tradizionali, un repertorio che guarda indietro con rispetto e davanti con decisione. Le partiture nate tra fine Ottocento e inizio Novecento sembrano fatte apposta per certe sere in bilico, quando l’aria si fa più spessa e l’estate non è più una promessa ma una distanza che comincia. Si ascoltano riletture di pagine poco frequentate, si mette in gioco la resistenza dei suoni quando il mondo intorno cambia troppo in fretta.
Il pomeriggio, invece, si era aperto in una chiesa. Non per forza un tempio della fede, ma di sicuro un luogo dove il silenzio è ancora capace di preparare all’ascolto. Lì, studenti e studentesse del Conservatorio Morlacchi di Perugia hanno composto una trama fatta di respiro, studio e scommessa. Pianoforti e sassofoni, voci e flauti. Si lavora su brani che sembrano semplici ma non lo sono. E ogni nota diventa una prova di maturità, o almeno una domanda rivolta al pubblico: vale ancora la pena, oggi, ascoltare con attenzione?
Il 50° Cantiere Internazionale d’Arte non ha smesso di cercare risposte. I luoghi cambiano, le mani si alternano, ma l’intenzione resta ferma: abitare la musica come si abita una casa aperta. Senza soglie troppo alte. Senza decorazioni inutili. Con la grazia disordinata delle cose vere.
Last modified: Luglio 24, 2025

