Scritto da 7:19 pm Siena, Attualità, Top News

L’eredità del Granduca che abolì la paura

Siena — Ci sono anniversari che passano in silenzio, come vecchie fotografie lasciate in un cassetto, e altri che invece tornano a bussare alla porta con il peso leggero della memoria viva.

di Valeria Russo

Quello dedicato a Pietro Leopoldo appartiene alla seconda categoria: non è un semplice ricordo, è un invito a ragionare su quanto di quella rivoluzione silenziosa, cominciata più di due secoli fa, ci sia ancora dentro le nostre leggi, nelle nostre coscienze, e forse persino nei nostri dubbi.

All’Istituto Roncalli, giovedì 30 ottobre, parte un viaggio che più che una celebrazione sembra un atto di riconoscenza: un modo per restituire voce e sostanza al Granduca che nel 1786 decise che la giustizia poteva esistere anche senza la crudeltà. Con un colpo di penna cancellò la tortura e la pena di morte, anticipando di due secoli i tempi, come se avesse intravisto un mondo dove la dignità dell’uomo avrebbe contato più della sua colpa.

La città di Siena, capofila delle celebrazioni per il 2025, ha costruito intorno a questo anniversario un cartellone di incontri che mescola scuole, università, associazioni, studenti e docenti, in un intreccio che sa di comunità e di memoria condivisa. Non solo lezioni di storia, ma riflessioni sul presente: la pena di morte che ancora sopravvive in troppi Paesi, le donne iraniane che rischiano la vita per un ciuffo di capelli scoperto, le libertà che ci sembrano acquisite e invece ogni giorno vanno difese da nuove forme di violenza.

Il primo appuntamento, “Dal codice leopoldino all’attualità: la pena di morte nel mondo”, apre il percorso nella grande aula del Roncalli, con il contributo della rete Educare ai Diritti Umani. Non è un titolo accademico, ma una promessa: partire dal passato per capire che tipo di umanità vogliamo essere adesso.

Poi, man mano che si avvicina il 30 novembre – la Festa della Toscana – gli eventi si moltiplicheranno come cerchi sull’acqua: laboratori, incontri, letture pubbliche, un consiglio comunale aperto alle scuole e ai Comuni del territorio, e infine un convegno con l’Università di Siena dedicato proprio a “L’eredità di Pietro Leopoldo”. Un’eredità che non si misura in statue o lapidi, ma nel modo in cui scegliamo di guardare gli altri: con meno paura e più giustizia.

In fondo, dietro a ogni celebrazione c’è sempre una domanda che riguarda il presente. Forse l’unico modo per onorare davvero quel Granduca che abolì la pena di morte è chiederci se noi, oggi, saremmo capaci di un gesto altrettanto coraggioso.

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Last modified: Ottobre 29, 2025
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