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Impianti aperti: dove finisce ciò che gettiamo via

Siena (mercoledì, 22 ottobre 2025) — C’è un momento, per tutti, in cui il sacchetto dei rifiuti scompare. Lo lasciamo nel cassonetto e, nella nostra mente, si dissolve: fine della storia. E invece, è lì che la storia comincia davvero.

di Valeria Russo


Nei prossimi giorni prende il via Impianti aperti, l’iniziativa che invita cittadini e scuole a entrare dentro il cuore – spesso invisibile – del sistema dei rifiuti della provincia di Siena. La prima tappa sarà venerdì, alla discarica di Poggio alla Billa, ad Abbadia San Salvatore.

Dalla mattina fino al pomeriggio, studenti e cittadini potranno scoprire come funziona un luogo che, più di ogni altro, racconta la nostra relazione con ciò che non serve più. Poggio alla Billa non è una discarica qualunque: è l’unica della provincia dedicata ai rifiuti speciali non pericolosi, quelli che non si possono riciclare ma che meritano comunque una fine dignitosa. Ogni giorno qui arrivano scarti industriali, residui di raccolta differenziata, frammenti di materia che non torneranno più uguali a sé stessi ma che, in qualche modo, continueranno a esistere.

Il sito è gestito da Sienambiente, che lo considera un tassello essenziale per la chiusura del ciclo dei rifiuti: ciò che non si riusa, si controlla; ciò che non si ricicla, si trasforma. Dal biogas che nasce naturalmente dai materiali sepolti, l’impianto produce energia elettrica sufficiente ad alimentare tremila persone. È la prova che anche ciò che sembra finito può ancora dare qualcosa, se trattato con rispetto.

Chi visiterà Poggio alla Billa scoprirà un paesaggio inatteso: un luogo tecnico ma ordinato, incastonato tra le colline, dove l’ambiente e la tecnologia convivono con una precisione quasi poetica. Gli operatori mostrano tubi, vasche, controlli, ma soprattutto spiegano cosa succede dopo che il camion della raccolta si allontana. È lì che comincia il viaggio più importante: quello che trasforma il rifiuto in risorsa, la colpa in responsabilità, la fine in un’altra forma di inizio.

La visita durerà circa un’ora, il tempo di guardare con occhi nuovi ciò che di solito ignoriamo. Servono scarpe comode, curiosità e la disponibilità a cambiare idea su cosa significhi davvero “gettare via”. Perché nulla, in fondo, scompare davvero: tutto si trasforma, anche la nostra consapevolezza.

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Last modified: Ottobre 22, 2025
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