Scritto da 10:32 pm Siena, Attualità, Top News

Il respiro lungo dell’Università

Siena — A Siena, dentro il palazzo severo e luminoso del Rettorato, hanno presentato il nuovo Bilancio di Sostenibilità dell’Ateneo. L’anno accademico finisce spesso con numeri e grafici, ma stavolta sembrava più un racconto, quasi una lettera aperta al futuro.

di Valeria Russo

In quelle pagine, ordinate e dense, c’è il tentativo di misurare non solo la quantità di cose fatte, ma la qualità del loro respiro: la ricerca che prova a curare il mondo invece di consumarlo, la didattica che insegna a pensare oltre il profitto, e la cosiddetta “terza missione”, quella che tiene insieme università e comunità, scienza e vita quotidiana.

Sul palco c’erano professori e professoresse che da anni si muovono in questo territorio fragile e fecondo della sostenibilità: Simone Bastianoni, che coordina l’impegno complessivo, Chiara Mocenni, che si occupa di quella zona di confine dove l’università incontra la società, e Alessandra Viviani, che tiene insieme le parole più difficili — inclusione, equità — con la concretezza dei fatti. Accanto a loro, Claudia Faleri, che segue i giovani nel passaggio più incerto, quello dal sapere al lavoro.

Era un giorno di fine ottobre, e nel cortile del Rettorato le foglie cadevano silenziose. Dentro, si parlava di un’altra stagione: quella che dura ormai da quarant’anni. Perché nel 1984, quando il professor Enzo Tiezzi scrisse Tempi storici, tempi biologici, il mondo non aveva ancora il lessico del cambiamento climatico, ma lui sì. Parlava già di gas serra, di economia circolare, di energia pulita, come un veggente gentile. Quella visione, oggi, è diventata la bussola di un Ateneo che non vuole solo insegnare ma anche partecipare, rendere conto, e correggere la rotta.

Il rettore Roberto Di Pietra ha ricordato come il Bilancio di Sostenibilità non sia un esercizio contabile ma un gesto di coerenza. Serve a capire se le parole grandi — “ambiente”, “responsabilità”, “futuro” — riescono ancora a tradursi in gesti piccoli e quotidiani: una ricerca condotta con meno sprechi, un’aula illuminata dal sole invece che dalle lampade, un albero piantato per ogni matricola. Succede davvero, nel comune di Sovicille, dove è nato il progetto “Cresce con te”. Ogni studente nuovo, un albero nuovo. Un gesto poetico che somiglia a una promessa.

Poi ci sono i numeri, quelli veri: le emissioni dirette dell’università ridotte del 29% rispetto al 2018. Non è una cifra da poco, soprattutto in tempi in cui i bilanci ecologici restano spesso più teorici che pratici. A Siena invece li hanno presi sul serio, e li hanno contati. Il risultato non è solo nel risparmio, ma nella consapevolezza: sapere quanto si inquina, per sapere come smettere.

E siccome la sostenibilità non ha confini, l’Ateneo senese è diventato nodo di reti più grandi. C’è l’UN SDSN Mediterranean, che collega le sponde del mare comune alle Nazioni Unite; c’è PRIMA, la partnership internazionale per la ricerca e l’innovazione nel Mediterraneo; e poi l’Alleanza Territoriale Carbon Neutrality Siena, che ha un obiettivo quasi poetico nella sua ambizione: mantenere la provincia a emissioni nette zero.

La cosa sorprendente è che non si tratta solo di istituzioni e sigle, ma di persone che si conoscono per nome, che lavorano nei laboratori, negli uffici, nelle campagne di ricerca. Gente che la sostenibilità la pratica, prima ancora di predicarla.

A un certo punto, durante la presentazione, qualcuno ha parlato di “responsabilità come forma di bellezza”. È una definizione che calza bene a Siena, città di pietra e di vento, dove ogni equilibrio — tra il passato e il futuro, tra la terra e l’aria — è frutto di un rispetto antico. L’università, nel suo piccolo, cerca di mantenere quella stessa misura.

Il Bilancio di Sostenibilità 2024 non è solo un documento tecnico, ma una fotografia collettiva: la prova che la conoscenza, quando si intreccia alla cura, può diventare una forma di resistenza. Non basta studiare il mondo: bisogna averne compassione. E questo, in fondo, è il mestiere più difficile — e più nobile — che un’università possa scegliere.

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Last modified: Ottobre 28, 2025
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