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I “Poveri Cristi” di Ascanio Celestini illuminano Castelnuovo

Siena — A Castelnuovo Berardenga, quando arriva Ascanio Celestini, l’aria cambia. È come se il teatro tornasse a essere quello che era una volta: una piazza coperta, un luogo dove le parole si intrecciano con la vita vera.

di Valeria Russo

Dopo il rinvio imposto dalle piogge estive, il Chianti Festival 2025 riapre le porte con uno dei suoi appuntamenti più attesi: domenica 26 ottobre alle 21.15, il Teatro Alfieri di Castelnuovo Berardenga si accenderà con “Poveri Cristi”, il nuovo racconto teatrale di Ascanio Celestini, accompagnato dalle sonorità vive della fisarmonica di Gianluca Casadei.

Chi conosce Celestini sa che il suo teatro non è mai solo uno spettacolo. È una mappa del mondo vista dal basso, raccontata con ironia e malinconia, come un giornale letto in una bottega di quartiere. Sul palco non ci sono eroi né santi, ma uomini e donne comuni — quelli che la società dimentica e che lui, con la pazienza di un artigiano della parola, riporta al centro. I “poveri cristi” del titolo sono i magazzinieri, gli anziani soli, i migranti, i lavoratori stanchi, gli invisibili che continuano a tenere in piedi un mondo che non li guarda più.

Ogni storia è una ferita che diventa racconto: Giobbe, il magazziniere analfabeta che non smette di credere nella giustizia; la Vecchia, che sogna una cultura per tutti; Joseph, che attraversa il mare per cercare una vita qualsiasi, non migliore, solo possibile. Celestini li porta in scena con quella voce che non urla mai, ma scava. La sua ironia non consola, ma accende. E il pubblico, nel silenzio del teatro, si riconosce in quei frammenti di umanità: non solo li guarda, ma li ascolta davvero.

“Poveri Cristi” è il terzo tassello di una trilogia cominciata con Rumba e Laika. Tre spettacoli che formano una specie di vangelo laico: storie di poveri, di resistenti, di sopravvissuti, ma anche di bellezza ostinata. È un teatro che non si accontenta di intrattenere, che cerca ancora di cambiare le cose, o almeno di raccontarle con onestà.

Domenica sera, al Teatro Alfieri, ci sarà un’atmosfera speciale. Il Chianti, con i suoi borghi e le sue vigne, farà da cornice a un racconto che non parla di colline e vino, ma di persone. Castelnuovo Berardenga, per una sera, diventerà la capitale dei “piccoli grandi”. Sul palco, una voce e una fisarmonica: basta questo per costruire un universo.

I biglietti costano 12 euro (10 per chi ha già seguito un altro spettacolo della rassegna). Ma più che un biglietto, è un invito. A entrare in un teatro che non vende storie, le restituisce. A guardare negli occhi i volti che di solito si evitano. A ricordarsi che dietro ogni risata, dietro ogni gesto di Celestini, c’è un pezzo di noi.

L’evento è promosso dalla Fondazione Toscana Spettacolo onlus e dal Comune di Castelnuovo Berardenga, con il sostegno di Unicoop Firenze e dei Comuni partner del Chianti Festival. Un appuntamento che non profuma solo di cultura, ma di umanità condivisa — quella che, in fondo, è il vero miracolo del teatro.

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Last modified: Ottobre 24, 2025
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