Siena (5 luglio 2025) — Ci sono vittorie che si costruiscono palmo a palmo, e poi ci sono quelle che sembrano predestinate, come se il vento, il tufo e i tamburi avessero deciso tutto molto prima che il canape si abbassasse.
di Valeria Russo
Il 3 luglio, a Siena, l’Oca non ha vinto: ha travolto. Fontebranda lo sapeva, o almeno lo sentiva nelle ossa, che questo non sarebbe stato un Palio qualunque.
Così, la notte dopo, il popolo dell’Oca — grandi, piccoli, monturati, e soprattutto gli instancabili Anatraccoli — ha invaso la città. In Piazza del Campo, a sera inoltrata, la comparsa ha chiuso il cerchio, rientrando tra le mura di Fontebranda, dove una cena interminabile ha accolto più di mille persone. E la stanchezza, persino nei volti arrossati dei più piccoli, non era che il prezzo dolce di una giornata indimenticabile.
A prendersi la scena, quasi con innocenza, è stato Diodoro, sei anni e una fierezza che ha già qualcosa di leggendario. Lui, il più giovane in pista, ha portato in trionfo un quartiere intero, montato dal fantino più esperto della Piazza, Giovanni Atzeni, detto Tittia. Forse l’incantesimo era tutto lì: la giovinezza che corre sotto la guida della leggenda.
Diodoro è stato trattato come una reliquia viva dai barbareschi dell’Oca, Andrea Cicogna e Matteo Fabiani, entrambi al debutto, entrambi stravolti e felici. Giorni pieni, sudati, intensi, passati ad accudirlo come si fa con un figlio ribelle: capriccioso, vivace, spaventato dai tamburi e dalle bandiere, ma pronto a dare tutto una volta sulla pista. Cicogna racconta con il sorriso stanco di chi ha vinto due volte: la prima sul Campo, la seconda contro la fatica. Confessa che durante la Passeggiata Storica Diodoro sembrava una molla, difficile da trattenere, sfiancante, nervoso.
La fiducia di Tittia, che conosceva Diodoro fin dai primi zoccoli, ha fatto il resto. Conoscere i gusti, le abitudini, i segreti di un cavallo aiuta — eccome se aiuta. Il palio dei debuttanti ha retto su una trama perfetta di novità e guida esperta: cavallo nuovo, capitano nuovo, stalla nuova, barbareschi nuovi. Tutto nuovo, tranne chi doveva guidare: ed è forse per questo che tutto ha funzionato come un ingranaggio già oliato.
Ora, a Fontebranda, c’è solo da decidere quando replicare la festa. Probabilmente il Corteo della Vittoria si farà il 12 luglio, ma il calendario può attendere. Il momento è adesso, tra carezze al puledro vittorioso, foto da incorniciare e sorrisi che non si possono spegnere. Il governatore, Claudio Laini, lo ha detto con la calma di chi ha attraversato il fuoco: il difficile è fatto, il resto verrà da sé.
Perché, in fondo, vincere il Palio è anche questo: un caos bellissimo che, per una volta, ha l’odore della perfezione.
Last modified: Luglio 5, 2025

