Siena (sabato, 7 giugno 2025) — Si chiama “Partito del Bollore” ma, al di là della provocazione, vuole accendere una discussione reale: quella sul vuoto culturale e ricreativo che colpisce i giovani senesi. L’iniziativa porta la firma di Fabrizio Rudisi, imprenditore trentenne e volto tutt’altro che trasgressivo, che ha scelto l’ironia e l’esagerazione per riportare sotto i riflettori un problema che, a detta sua e di molti, Siena non può più permettersi di ignorare.
Di Roberto Meloni
A colpi di post surreali e campagne social generate anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, Rudisi ha attirato l’attenzione. E ora, spenti i toni carnevaleschi dell’inizio, lancia un messaggio più concreto: serve uno spazio per i giovani, servono musica, eventi, luoghi di aggregazione. «A Siena non si può suonare dopo l’una di notte. È giusto tutelare i residenti, ma va trovata una mediazione. Senza intrattenimento e vitalità, perdiamo studenti, risorse e futuro», afferma.
La sua denuncia tocca un nervo scoperto. La città, secondo il “Partito del Bollore”, ha smesso di essere giovane. A supporto delle sue tesi, anche il racconto di una madre senese che lamenta l’assenza di piscine comunali, centri ricreativi pubblici o semplici campi da gioco. “Qui chi non si sballa e non fa danni viene dimenticato”, scrive. Un sessantenne aggiunge: «Una volta Siena era piena di locali e discoteche. Oggi è un ristorante a cielo aperto, più per i turisti che per chi ci vive».
Con il passare delle settimane, quella che sembrava una boutade estiva sta raccogliendo adesioni. Il gruppo di Rudisi è ancora piccolo, ma reale, con giovani e adulti uniti da una frustrazione comune: l’assenza di spazi e occasioni per vivere la città anche fuori dagli schemi.
Intanto, il “Partito del Bollore” ha già messo in cantiere il suo primo evento. Si chiama “La Notte del Bollore” e si terrà venerdì 20 giugno al Caffè 19zero3, in Piazza del Mercato. Si esibiranno il giovane dj Cesare Finetti, noto al Papillon, e l’eclettico artista Maleducato. Ma, come da copione, la festa dovrà finire all’una in punto, quando il regolamento comunale impone lo stop alla musica. Una mannaia che, simbolicamente, rappresenta ciò contro cui il gruppo intende battersi.
In definitiva, Rudisi e i suoi bollenti sostenitori non stanno chiedendo rivoluzioni, ma una revisione del modello cittadino. “Non basta il Palio e qualche concerto. Serve una città viva tutto l’anno, anche per chi ha vent’anni”, afferma.
E se anche solo una parte del messaggio smuoverà l’amministrazione, forse questa provocazione avrà avuto un senso. Perché, a ben vedere, dietro l’effetto virale e le tutine di Achille Lauro, c’è una richiesta antica: vivere, crescere e restare nella propria città, senza doverla abbandonare per cercare altrove il proprio posto.
Last modified: Giugno 7, 2025